È una domanda che faccio spesso ai francesi: visto che l’avete ri-votato, che cosa non avete capito del primo mandato del vostro Presidente? È come quelli che divorziano e poi si sposano di nuovo: cos’è che non hanno capito la prima volta?
Ma era proprio necessario trasformare l’inaugurazione di un evento mondiale come l’apertura di una Olimpiade in un Gay Pride di cattivo gusto? Facendo aspettare 80 capi di Stato sotto la pioggia e facendo imbufalire i capi di tutte le religioni del pianeta o quasi?
Dopo anni di gilet gialli e studenti pestati in mezzo alla strada come delinquenti e pestati dagli amici del Presidente, oggi la Francia è ingovernabile.
Organizzare questo strano evento internazionale per cercare di mettere le toppe alle falle di un’ amministrazione ormai fallimentare è il trionfo di “panem et circenses”, cprobabilmente l’ultimo tragico espediente del toyboy dell’Eliseo per gallleggiare come una papera quando finisce l’acqua, altro che Enrico Quarto: quello sì che era uno che gli espedienti li conosceva bene! E nell’era dei Magnifici Tre, Macron, Holland e Sarkozy che la favoletta dei tre porcellini è un complimento per statisti sull’orlo di una crisi di consenso, i francesi sono riusciti a indebolire l’Europa al punto tale che non abbiamo più voce in capitolo di fronte ai grandi della terra ovvero India Cina e Stati Uniti e naturalmente Russia.
Ma i francesi sono fatti così: hanno le idee chiarissime per 20 minuti, poi esplode il black out, si ritrovano a nuotare con le nutrie nelle acque pulitissime della Senna e non sanno chi ringraziare per l’ennesima figura di cacca, in senso sia metaforico, che propriamente liquido.
Il 14 luglio ricorre il giorno in cui si festeggia la mattanza della Bastiglia: 25 anni dopo a Versailles hanno spiegato ai francesi che teste tagliate a chi comanda e rivoluzioni di piazza potevano andare in pensione: era finita la ricreazione. Lo stesso magnifico fantastico Napoleone l’imperatore d’Europa, nonostante sia l’unico statista (italiano) che i francesi hanno mai avuto, alla fine della sua carriera militare aveva contro tutti Dai russi agli inglesi dai prussiani agli austriaci. Era condannato a vincere ad ogni costo perché se ne perdeva una era finita e difatti l’ha persa.
Poi bisognerebbe anche ricordarsi delle figure di palta inanellate dalla grandeur transalpina durante il nazismo con la Repubblica di Vichy e con i collaborazionisti più genuflessi del mondo, dei veri fuoriclasse nello stendere tappeti rossi ai biondissimi alemanni di magnifica gioventu hitleriana.
Anni fa alcuni cari amici della Sorbona mi facevano incontrare grandi professori e grandi pensatori santificati come luminari del pensiero eccelso: e sommessamente io segnalavo loro che certi argomenti noi li trattavamo al bar e dai pensatori della Sorbona mi aspettavo qualche cosa di più per esempio una visione prospettica sul futuro dell’Europa. L’unica visione prospettica che abbiamo visto è stata quella di accoppare Gheddafi per cercare di buttare fuori gli italiani dai pozzi di petrolio della Libia. E naturalmente hanno reiterato il vizio di usare la legione straniera per tenere buoni i paesi del franco CFA africano. E non mi sembra una grande visione del mondo anche perché l’Algeria avrebbe dovuto insegnargli qualche cosa e lo stesso De Gaulle tenuto buono dagli americani secondo me le idee chiare dopo la guerra non le aveva mica tanto sviluppate. Era bravo a litigare con tutti, a partire da Churchill che lo aveva ospitato per arrivare persino a portar via territorio e imporre tasse al principe Ranieri di Monaco. So bene che si tratta di opinioni controcorrente, ma lo stato comatoso della politica europea e dell’euro a trazione franco-tedesca credo che sia la miglior prova che così non si va da nessuna parte!
Nel 1999 dalle colonne del giornale con Carlo Pelanda scrivevamo che questo euro era una fregatura e nel 2007 nel mio Diamoci del Nord raccontavo chiaramente che un’Europa senza debito comune, fiscalità equilibrata tra i paesi e soprattutto senza un esercito di difesa comune sarebbe stata condannata all’irrilevanza e di conseguenza al declino: ci siamo. E altri cinque anni nelle mani della baronessa Fonderlaien con la stessa maggioranza di prima ma ancora più risicata è l’assicurazione che non cambierà niente eventualmente si potrà solo peggiorare e conoscendo i soggetti in gioco, che sono quasi come i centravanti della nostra nazionale, sono convinto che riusciranno a farcela, avevamo toccato il fondo, da oggi si scava.
Come se non bastasse a gestire la Banca centrale europea oggi abbiamo madame la Christine Lagarde, un avvocato di Parigi che a scuola ha studiato economia finanziaria almeno quanto io ho studiato taglio e cucito: mai! E si vede. Ma per tenersi le sedie faticosamente arraffate scriveva lettere imbarazzanti al suo amico Sarkò facendosi stuoino ai suoi piedi. Sarkozy per chi non lo ricorda era quello che arrivava dalla Libia con le valigie piene di soldi, cordiale dazione spontanea del colonnello, salvo poi contribuire fattivamente ad accoppare il suo benefattore: Gheddafi.
C’è una sola speranza per un futuro migliore: che il dopoguerra ucraino e israeliano come ogni dopoguerra ribalti tutte le certezze dei paesi coinvolti e noi siamo coinvolti molto di più di quello che pensia l’Uomo Qualunque. E non sarà una sofferenza breve. Lunga, indispensabile e sanificante.
A proposito del Gay Pride olimpico fa sorridere il silenzio assordante del buon Bergoglio, si vede che dopo essersi occupato della “Frociaggine in seminario” ha dovuto schivare tutti i piatti in faccia che gli hanno tirato da mezzo pianeta e non ha nessuna intenzione di cascarci ancora: ha capito che il frociame non si tocca!