New York, New York!

A New York hanno una densità di autovetture un po’ più elevata della nostra e non hanno patito l’assurdo ceppo al collo dello scippo del centro mediante ticket giornaliero. Di questa strana “gogna” moderna ne fanno a meno anche a Parigi, a Madrid, a Buenos Aires e a Mosca, solo a Londra è stata adottata, dove ci sono sette ferrovie che funzionano e metropolitane che sbucano anche in salotto. Se volevano togliere il traffico dal centro bastava chiuderlo, come a Firenze, o limitarlo con grandi tramvie come a Marsiglia, a Nizza, a Lione.
E noi milanesi pecoroni siamo corsi tutti a pagare subito, ligi e zitti. A Napoli dal 1999 hanno elevato mezzo milione di multe, ne risultano pagate 38.000. Ma chi siamo noi, Babbo Natale?
Ovviamente il traffico dal centro bisognava toglierlo perché inquina, mentre a Lambrate dove passano i Tir della tangenziale, ossia tutti quelli che attraversano l’Italia da Nord a Sud e viceversa si respira benissimo, ormai abbiamo i polmoni indistruttibili, a novantotto ottani.  E’ chiaro che per i nostri amministratori fare iniziative più efficaci, come il teleriscaldamento, era troppo difficile. Peccato che l’80% dell’inquinamento venga dai riscaldamenti a gasolio. Però i nuovi alloggi dove il Comune guadagna enormi cifre in oneri di urbanizzazione, li sanno fare benissimo! Infatti sentivamo la mancanza di due milioni e settecentomila metri cubi di nuovi alloggi alla vecchia Stazione Vittoria, oltre a quelli già inventati al Rubattino.
Quindi se il centro di Milano fa le cose in proprio è ora che il centro di Lambrate pensi alla salute dei suoi cittadini evitando certe “originalità” sorprendenti di Palazzo Marino: al momento in cui scrivo l’Ecopass è già entrato in vigore da due settimane e per capire se posso tornare a casa entro i bastioni ho chiesto al signor Marco del call centre del Comune di Milano (020202) di indicarmi un provvedimento ufficiale della Giunta per sapere se devo pagare davvero per andare a dormire a casa mia, si chiamano “Delibere” e servono ai cittadini dei Paesi civili per sapere che cosa i propri amministratori hanno deciso di fare per il bene comune. Scopro – un tantino allibito – che le uniche notizie ufficiali (??) si trovano in una paginetta striminzita sul sito internet (che funziona male!) del Comune di Milano, perché altre Delibere ufficiali non si sono ancora viste. E settantamila cittadini hanno già versato i loro soldi per tornare a casa propria senza neppure un provvedimento scritto e approvato dal Consiglio Comunale? Ho come il sospetto che il Consiglio non lo approverebbe mai, staremo a vedere.
Non so voi, ma io voglio vivere in un Comune moderno e attento ai cittadini, non in una città regolata dal Tiranno di Siracusa che fa e disfa a suo proprio insindacabile buon senso, che si sveglia un mattino e pretende di regolare la mia vita e quella degli altri, infilandomi telecamere sgradite tra il tinello e la stanza da bagno.
Persino Giulio Cesare in Gallia prima pensava bene gli editti, poi li applicava d’accordo con le popolazioni, e gli spagnoli a Milano affiggevano le grida tanto care al Manzoni, perfino gli Austriaci erano dei maestri di amministrazione e burocrazia e Milano marciava come un violino, per non parlare di Napoleone, che era un maniaco della clausoletta ben scritta e conosciuta. Lambrate vuole la libertà di tornare ad essere un Comune regolato e onesto con i propri cittadini, fieri di tenersi i loro giardini e le loro vetrine, a testa alta. E quando decideremo di farci pagare per l’attraversamento degli autotreni che portano a Milano le derrate alimentari, forse il Signor Sindaco di Milano si accorgerà che i ticket sono una stupidaggine, un dazio medioevale.
A Lambrate abbiamo tutto, non solo l’industria ma anche i servizi e l’ambiente. Abbiamo le strade e le Autostrade, e noi le sappiamo gestire; abbiamo due stazioni ferroviarie e altrettante metropolitane. Non ci mancano né l’aeroporto nè l’idroscalo per gli sport acquatici e due poli geriatrici per i nostri anziani. La chiesina dell’Ortica ha mille anni e quella di San Martino una enorme tradizione. Qui aiutiamo i ragazzi da sempre con i Martinitt e la scuola della Rizzoli. Centri commerciali e informatici sono ormai una realtà e il Parco Lambro con il Rubattino e il Forlanini sono un fiore all’occhiello. E un grande ospedale, il San Raffaele lambisce il nostro confine, così come il centro rifiuti dell’Amsa. Abbiamo un paio di grandi rimesse per i mezzi pubblici e un magnifico nuovo commissariato. E sulla Piazza della Vecchia stazione hanno trovato rimessa le ambulanze del SOS, una sicurezza per vecchi e disabili. Abbiamo persino un cimitero efficiente che serve tutta Milano con i suoi servizi post-mortem.
E poi abbiamo i comitati civici – una dozzina – che si riuniscono amichevolmente, parlano, discutono e sfornano idee e progetti per il bene comune. Mentre nessuno si sognerebbe mai di prevaricare gli altri cittadini con invenzioni notturne rifilate quasi di soppiatto in stile moderno. Anzi abbiamo anche un Rotary noto e blasonato, il Lambro Napoleon, con attività in Brasile e in Afghanistan, per i grandi progetti internazionali di cooperazione.
Insomma siamo orgogliosi di essere lambratesi, vogliamo essere liberi di farlo e conquisteremo l’indipendenza necessaria per esserlo. Le regole ce lo consentono, le leggi sono dalla nostra parte, il buon senso anche. Quindi saremo felici di riprendere la nostra autonomia amministrativa e riportare Lambrate alla sue origine: un giardino felice. Ma presto. Presto. Presto!

Come faranno a New York a sopravvivere senza i varchi per il traffico e le telecamere?

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